Descrizione
La Sacra Rappresentazione del Cristo morto è una tradizione strettamente religiosa, carica di emotività che si svolge ogni tre anni la sera del venerdì santo. La sua tradizione affonda le sue origini nel XVIII secolo, essa consiste in una raffigurazione simbolica e vivente della passione e morte di Cristo. La Sacra Rappresentazione di Grottammare si differenzia dalle altre processioni della settimana santa sia per la sua ciclicità che per il suo svolgimento. Essa non è né un corteo storico né una via crucis, è una narrazione itinerante di un fatto religioso che attraversa l’intera città nel più rigoroso silenzio.
La rappresentazione della sera del venerdì santo è un delle più antiche della zona – seconda solo alla processione del Cristo morto di Ripatransone, istituita nel 1624 – e fu fondata il 4 aprile del 1738 da Padre Antonio Petrocchi da Castignano con l’approvazione di Mons. Francesco Andrea Correa, vescovo di Ripatransone. Anticamente si svolgeva annualmente seppure non sappiamo in quale modalità – il nuovo incasato di Grottammare, infatti, viene realizzato solo a partire dal 1790 è difficile pensare quindi che la processione fin dalla sua fondazione, uscisse fuori dalle mura del vecchio incasato –
Alla processione prendevano parte le confraternite di Grottammare al tempo attive:
La Confraternita del SS.mo Sacramento, la confraternita più antica di Grottammare custode della tradizione, eretta nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista nel XVI secolo, (dagli archivi parrocchiali desumiamo che la confraternita è già attiva durante la visita pastorale del vescovo Sasso nel 1573) è la confraternita che già dalla metà del 1500 si occupa anche dell’organizzazione della Festa religiosa della Sacra Giubilare.
La Confraternita del Rosario eretta nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista nel XVI secolo. La confraternita restò attiva fino al 1805, quando a causa delle restrizioni promulgate dal Regno d’Italia Napoleonico, fu costretta a sciogliersi per poi ricostituirsi nel 1819 grazie all’impegno del vescovo Ignazio Ranaldi.
Dal 1757 la cura e lo svolgimento della processione passò all’istituenda Confraternita della Passione e morte di N.S. Gesù Cristo e della gloriosissima e Addolorata sua Madre – l’attuale Confraternita dell’Addolorata – eretta dal vescovo Luca Nicolò Recco il 10 febbraio dello stesso anno e subito unita alla all’antica Confraternita del SS.mo Sacramento con Bolla dello stesso vescovo. Unendosi alla confraternita più antica della città la nuova Compagnia ne eredita il ruolo di “custode” delle tradizioni più antiche.
Dal 1805 collabora alla cura della processione anche la nuova confraternita del Cuore di Gesù (detta dei Sacconi) eretta presso la chiesa di Sant’Agostino il 21 ottobre 1805.
Ancora oggi è possibile individuare nel corteo i ruoli che furono storicamente delle vecchie congreghe grazie all’utilizzo di diverse vesti e cappe indossate dai confratelli.
È probabilmente in questi anni che la processione inizia a scendere verso “la marina” arricchendosi sempre più di figuranti oltreché di significato.
Nel 1930 il Vescovo Luigi Ferri ne dettò le “istruzioni di edificazione di oltre 500 persone, seguite da migliaia di fedeli che sfilano secondo un ordine prestabilito”.
Quella che vediamo sfilare oggi quindi è una Sacra Rappresentazione organizzata dal 1738 ma che si svolge con un protocollo del 1930.
La particolarità della rappresentazione è il suo profondo legame con la Città. Da sempre, infatti i personaggi della rappresentazione sono cittadini di Grottammare che, per amore e fedeltà alla memoria, mantengono in vita questa storica iniziativa, tramandando di generazione in generazione all’interno delle loro famiglie i ruoli ricoperti nel corteo. Ognuno è chiamato ad impersonare, per una notte un ruolo appartenuto anni prima ad un suo avo.